Secondo la tradizione popolare Annibale, giunto nei pressi di questo ameno luogo su una collina al centro della Val Vibrata, rifocillò se stesso e le sue truppe con ottimo ed abbondante vino, sufficiente addirittura a curare i suoi cavalli dalle malattie contratte nelle paludi del Trasimeno.
Centro dunque di eccellenza eno-gastronomica, il borgo regala a chi percorre le sue caratteristiche strade splendidi scorci ed aperture su chiese e piazze di notevole bellezza. Come non annoverare, fra queste, la Chiesa del Suffragio, la Chiesa della madre, la Chiesa dell’Addolorata, la Chiesa di San Rocco (fuori dalle mura del paese) e l’antichissima Chiesa di San Martino.
Tra i resti del borgo rinascimentale, abbattuto nel dopoguerra, è stato edificato un anfiteatro dove oggi si svolgono numerose manifestazioni estive, testimonianza, insieme al recentissimo Monumento alla Multiculturalità, della frizzante attività socio- culturale della Nereto odierna.